
RAMBLA: UN PROGETTO COSTOSO, IMPOSTO E LONTANO DAI BISOGNI REALI DELLA CITTÀ
Fabrizio Aguzzoli: “Spese altissime con poca trasparenza. La città ha bisogno di altro: strade, case, manutenzioni, verde pubblico”
Fabrizio Aguzzoli, capogruppo della Coalizione Civica, interviene con toni critici sul progetto pubblico della “Rambla”, ribadendo con forza come questa non rientri tra le priorità impellenti per la comunità, arrivando a definirla un’opera superflua.
Il progetto della cosiddetta “Rambla Nord e Sud” rappresenta, per Coalizione Civica, l’ennesimo intervento calato dall’alto, senza confronto pubblico con la cittadinanza, pianificato tra uffici e conferenze dei servizi, e con costi esorbitanti: 6 milioni di euro di soldi pubblici per poche centinaia di metri di strada.
Aguzzoli: “Ancora una volta ci troviamo di fronte a un progetto che risponde più ai capricci architettonici che ai reali bisogni della città. Un’opera imposta, senza ascolto, e che conferma quanto denunciamo da tempo: STU Reggiane è diventato un inghiottitoio di denaro pubblico, con scelte discutibili non solo nella visione di sviluppo, ma anche nella gestione tecnica delle risorse.”
Emblematico è il recente rifacimento del sistema di climatizzazione del Tecnopolo, appena completato e già da rifare: “il costo dell’ostinazione a conservare strutture vetuste sotto il pretesto della “archeologia industriale”. Intanto, si annuncia un nuovo progetto in via Paradisi, dove mini-appartamenti costeranno quanto villette a schiera. Tutto questo mentre crescono povertà ed emergenze abitative e ambientali.” Continua Aguzzoli.
La Rambla è un progetto che non serve alla città.
Alla maggior parte dei cittadini non interessa la Rambla. Non ne sentono il bisogno. Aguzzoli: “Ed è ora che qualcuno lo dica chiaramente: siamo stanchi di veder sprecare denaro pubblico per lasciare “memoria eterna” a qualche architetto o assessore. La città ha bisogno di altro: strade, case, manutenzioni, verde pubblico vero.
Siamo inoltre preoccupati dal rapporto tra Comune e IREN Rinnovabili (30% in STU Reggiane). Chi controlla chi? I recenti aumenti di capitale sono ricaduti interamente sul Comune, e a supervisionare i progetti in giunta c’è un uomo che ha fatto carriera in IREN. La trasparenza è minima e i dubbi sono tanti.”
La STU Reggiane ha terminato la sua missione originaria: rigenerare un quadrante dell’ex area industriale. Gli altri tre quadranti sono in mano a un fondo d’investimento privato. Perché allora mantenerla attiva? A chi giova? La risposta, forse, arriverà.
Conclude il capogruppo: “Chiediamo infine aggiornamenti concreti sugli altri quadranti dell’area ex Reggiane: è una zona appetibile, e sarebbe auspicabile conoscere quali idee ha il Comune, magari ascoltando anche i suggerimenti dei cittadini (come un ironico ma significativo “supermercato CONAD” per promuovere concorrenza vera).
Noi continueremo a vigilare, a porre domande e a rappresentare quella parte di città che vuole trasparenza, visione e buon senso nell’uso del denaro pubblico.”