Coalizione Civica risponde alle critiche, Spagni: “Bonvicini basta ideologia. Il nostro studio non consuma suolo e migliora il traffico”

Dopo le critiche dell’assessora Bonvicini sulla ricerca presentata durante l’evento sul traffico organizzato il 13 maggio insieme al candidato consigliere per Coalizione Civica Vittorio Spagni e all’esperto Fabio Ferrari, abbiamo ritenuto doveroso replicare agli attacchi di chi, dopo una lettura evidentemente superficiale, continua a negare il problema del traffico a Reggio Emilia. Purtroppo è con dispiacere che prendiamo atto della posizione dell’assessore uscente riguardo lo studio che abbiamo presentato recentemente: avremmo preferito leggere qualche argomentazione in più, magari puntuale, non solo attacchi denigratori.

La replica

“Se l’assessora non si fosse limitata a leggere le slide ma avesse seguito la presentazione (clicca per rivedere la diretta video disponibile online), si sarebbe accorta che la ricerca, frutto di svariati mesi di approfondimenti e riflessioni, approva buona parte delle politiche di mobilità sostenibile portate avanti dall’amministrazione negli anni recenti. Lungi dall’adottare un approccio ideologico/populista che contrapponga i mezzi privati a quelli pubblici, lo studio sottolinea aspetti positivi e negativi di entrambi, nella stessa ottica sinergica da lei più volte indicata.” dice Spagni.

Un approccio ben diverso da chi in queste ore lo critica riducendolo a un banale scontro da stadio fra sostenitori e oppositori dell’auto.

Continua Spagni: “Ribadiamo che il cuore della nostra proposta è fluidificare il traffico sui soli assi di attraversamento già esistenti, continuando a promuovere l’utilizzo dei mezzi pubblici e delle biciclette per spostamenti interni alla città nell’ordine dei 5 km”

“Confermiamo inoltre che le fonti di letteratura da cui abbiamo attinto sono ben più recenti degli anni 70: citiamo per esempio una ricerca dell’Università di Montreal dell’autunno 2023 e una ricerca di Arpa Emilia Romagna del 2018. Non ignoriamo certo i mezzi che la digitalizzazione e la tecnologia ci mettono a disposizione oggi, riconoscendoli però per ciò che sono: un ausilio, non una bacchetta magica” aggiunge Fabio Ferrari.

Con dati alla mano è stato portato avanti un tema sentito dai cittadini reggiani, infatti, sottolinea Ferrari, “Forse la colpa dello studio è quella di portare alla luce i gravi problemi di viabilità che gli ultimi mandati hanno tentato di minimizzare, limitandosi a criminalizzare gli automobilisti come retrogradi svogliati. Nei documenti di pianificazione comunale della viabilità PUMS 2018 e PUMS 2023, infatti, la strategia di disincentivo emerge con forza e minaccia di proseguire nei prossimi anni.”

“La stessa strategia che ha forgiato la viabilità ricca di ingorghi che viviamo oggi, nonostante gli avanzatissimi studi promossi dall’amministrazione. E’ proprio da questa strategia che ci discostiamo, chiedendo maggiore priorità sugli assi rimasti scoperti dagli interventi previsti sul PUMS, in primis l’asse nord-sud. Ricordiamo che la viabilità di attraversamento non è al servizio dei soli 170000 abitanti cari all’assessore, ma di tutti i 530000 della provincia rimasti orfani della rappresentanza politica in seguito alla riforma delle province.”

“Il traffico asfissiante di Reggio ha pesanti ricadute sulla qualità della vita di tutti, basta farsi un giro (o forse dovremmo dire: sostare in colonna) negli orari di punta in una delle innumerevoli zone critiche della città per rendersene conto. Negare questa situazione è un segno del crescente scollamento fra il mondo di chi è chiuso nei palazzi protetti dalle ZTL e la realtà di coloro che ogni giorno si trovano a dover far fronte a esigenze lavorative e di vita troppo spesso incompatibili con biciclette e mezzi pubblici.”

Conclude Spagni: “Roboanti studi all’avanguardia propongono città utopiche all’insegna dei “senza” (senza auto ma senza alternative percorribili), ma basta dare uno sguardo alle città limitrofe per capire che Reggio è l’unica a non poter contare ancora su un sistema completo di tangenziali che separi la circolazione di attraversamento da quella urbana. Questo è l’unico anacronismo che ci fa tornare al 1975.”