Delusione per la vicenda del Bosco Ospizio: “non è un caso isolato”
Nel Comune di Reggio Emilia decisioni unilaterali e silenzi istituzionali, finisce sempre così.
Voce a Karin Silvi – La situazione politica e amministrativa di Reggio Emilia ha ormai raggiunto un punto critico, tra decisioni calate dall’alto, mancanza di dialogo e un evidente disprezzo per gli strumenti di partecipazione democratica. Quanto accaduto recentemente con la questione del Bosco dell’Ospizio rappresenta solo l’ultimo, e forse più eclatante, segnale di un’amministrazione che sembra agire senza alcuna considerazione per i cittadini e per il Consiglio comunale.
Giovedì scorso, l’assessore competente ha firmato un contratto con Conad Nord per la costruzione di un supermercato al posto del Bosco dell’Ospizio. Una decisione presa senza attendere la discussione prevista per lunedì 2 dicembre su una mozione popolare sottoscritta da oltre 10.000 cittadini tra firme fisiche e online. Questa scelta non solo annulla ogni possibilità di dialogo sul tema, ma trasmette un messaggio pericoloso e demoralizzante: le mozioni popolari, strumento massimo di partecipazione democratica, non contano nulla.
Un Consiglio comunale svuotato di significato
La vicenda del Bosco dell’Ospizio non è un caso isolato, ma si inserisce in un quadro più ampio di gestione amministrativa preoccupante. Il Consiglio comunale, organo di rappresentanza e confronto democratico, sembra ridotto a un mero scudo per proteggere le decisioni della Giunta e del partito di maggioranza, il Partito Democratico.
Negli ultimi anni, le opposizioni hanno presentato numerose mozioni, spesso frutto di richieste dirette dei cittadini o di problematiche reali, come la necessità di maggior sicurezza nei quartieri, soluzioni per i parcheggi dell’ospedale e proposte per migliorare i servizi pubblici. Tuttavia, queste iniziative sono state sistematicamente respinte con motivazioni vaghe o con l’alibi che “la Giunta sta già affrontando il problema”, senza mai fornire aggiornamenti chiari sui progetti in corso.
Anche i consiglieri di maggioranza, appartenenti a diverse liste che dovrebbero avere una propria identità politica, sembrano costretti a votare compatti, annullando di fatto ogni dibattito interno e rendendo impossibile un confronto costruttivo.
Il caso dei parcheggi dell’ospedale
Un esempio lampante è quello dei parcheggi dell’ospedale. La mozione popolare che proponeva un abbassamento dei costi e soluzioni per favorire la rotazione è stata respinta con argomentazioni deboli, nonostante fosse sostenuta da 3.000 firme. Documenti successivamente emersi hanno dimostrato che la gestione tariffaria rispondeva a logiche di cassa, dettate da accordi tra Comune e ASL. Un problema affrontabile con il dialogo e la trasparenza, che però è stato rifiutato a priori.
Una politica distante dai cittadini
La vicenda del Bosco dell’Ospizio rappresenta l’apice di questo modus operandi. L’aver firmato l’accordo con Conad senza neanche attendere la discussione della mozione popolare è una grave mancanza di rispetto verso i cittadini che, attraverso uno strumento previsto dallo Statuto comunale, avevano chiesto ascolto.
Questo comportamento mina la fiducia nelle istituzioni locali, già messa a dura prova da anni di chiusura verso le proposte delle opposizioni e delle associazioni. Se le mozioni popolari vengono sistematicamente ignorate o vanificate, quale strumento resta ai cittadini per far sentire la propria voce?
Un appello al cambiamento
Reggio Emilia ha una lunga tradizione di innovazione e partecipazione. Tuttavia, negli ultimi quindici anni, questa città si è trasformata in una “vetrina” per progetti autoreferenziali che spesso ignorano le vere necessità della popolazione: sicurezza, accessibilità, servizi domiciliari per gli anziani e infrastrutture adeguate.
È necessario un cambio di rotta immediato. Le istituzioni locali devono tornare a essere luoghi di dialogo e confronto, in cui tutte le parti – maggioranza, opposizione e cittadini – collaborano per il bene comune. Continuare su questa strada non farà che approfondire il divario tra amministrazione e cittadinanza, alimentando sfiducia e disillusione.
Invitiamo i cittadini a partecipare attivamente alla vita politica, a seguire i Consigli comunali e a tenere memoria di quanto sta accadendo. Tra cinque anni, al momento delle elezioni, Reggio Emilia non può permettersi di confermare una gestione che continua a ignorare il valore della partecipazione democratica e del rispetto reciproco.
Basta con la politica del fortino. È tempo di aprirsi e ascoltare.