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Endometriosi: nuove terapie a pagamento anche in Emilia Romagna. 

Beltrami (Coalizione Civica): “Scelta nazionale da contrastare con urgenza. Anche il Comune si esprima per fermare subito questa deriva.”

Il Comitato Endometriosi Firma Adesso! esprime profonda preoccupazione riguardo l’introduzione di nuove terapie a pagamento per l’endometriosi sul piano nazionale. Questa decisione, che coinvolge una delle malattie croniche più diffuse, rappresenta una deriva che necessita di essere contrastata con urgenza.

L’endometriosi colpisce una donna su sette in età fertile, causando dolore cronico, infertilità e una significativa riduzione della qualità della vita sociale e lavorativa. Nonostante la gravità della malattia, molte donne si trovano già ad affrontare difficoltà nell’accesso a diagnosi tempestive e trattamenti adeguati. L’introduzione di terapie a pagamento potrebbe aggravare ulteriormente la situazione, creando una disparità nell’accesso alle cure basata sulla capacità economica.

I consiglieri reggiani di Coalizione Civica Dario De Lucia e Fabrizio Aguzzoli negli scorsi mesi avevano depositato un’interpellanza per stimolare la giunta a comprendere le ragione che stanno dietro il voto contrario ricevuto dalla Petizione “Endometriosi: Firma Adesso!”, lanciata nel 2022 e appoggiata, per la prima volta in Italia, proprio dal Comune di Reggio.

Per mesi l’Emilia-Romagna è stata teatro di un braccio di ferro tra la Regione e le associazioni che hanno aderito a “Endometriosi: firma adesso!”, petizione che punta alla gratuità delle terapie ormonali per le donne colpite dalle forme più gravi di questa patologia cronica e all’aumento delle risorse su diagnosi precoce e formazione per il personale medico-sanitario. Per le attiviste quanto successo avrebbe potuto pregiudicare il futuro di questa battaglia anche fuori dai confini dell’Emilia-Romagna, mentre il Partito democratico, sostiene che si stia già facendo abbastanza. 

In effetti, è stato ufficializzato in Gazzetta il passaggio di un noto farmaco a base di noretisterone dalla fascia A alla fascia C. Si tratta di un farmaco utilizzato per l’endometriosi, ma anche nel trattamento di diversi disturbi che possono interessare le donne adulte e le donne nel periodo post-menopausale. I farmaci in fascia A comprendono i farmaci essenziali e quelli per le malattie croniche, interamente rimborsati dal SSN, mentre i farmaci in fascia C includono farmaci a totale carico del paziente.

Il Comitato sottolinea come sia fondamentale garantire l’accesso universale e gratuito ai trattamenti.

“L’introduzione di terapie a pagamento sul piano nazionale non solo rappresenta un passo indietro nella lotta contro l’endometriosi, ma rischia di creare un precedente,” spiega Sara Beltrami, portavoce del Comitato e attivista per Coalizione Civica “questa è la prova che non esistono diritti al sicuro. Con il voto contrario in Regione Emilia Romagna, si è spianata la strada a nuovi scenari. Si doveva e si poteva invertire la rotta con un segnale forte, invece si è fatto il gioco di chi questa rotta la intende navigare e oggi troviamo questa notizia sul piano nazionale. Ci aspettiamo una presa di posizione da parte della nostra regione virtuosa.”

I Consiglieri De Lucia e Aguzzoli, sul tema: “Dal momento che abbiamo sempre sostenuto questa battaglia e abbiamo assistito all’impegno abbiamo depositato un’interpellanza soprattutto per capire se il Comune di Reggio Emilia abbia intenzione di instaurare un dialogo con la Regione Emilia-Romagna per valutare di concerto eventuali altre misure di sostegno alle persone affette da endometriosi e come intenda portare avanti l’impegno preso con il voto unanime a questa mozione nel 2022.”

Il Comitato lancia un appello ai cittadini, alle associazioni e alle istituzioni affinché si uniscano nella richiesta di politiche sanitarie più inclusive.

“Dobbiamo fare in modo che tutte le donne abbiano le stesse opportunità di cura, indipendentemente dal proprio reddito,” conclude Beltrami.