Aguzzoli: “Le priorità sono sanità, sicurezza, legalità, trasporti e ruolo di Iren”

“Una provincia unita e forte”, questo il titolo del documento programmatico firmato al circolo Arci Pigal di Reggio da sei liste civiche della Provincia, unite da proposte condivise su temi fondamentali come sanità, sicurezza, legalità, ruolo di Iren, consumo di suolo, opere strategiche di collegamento tra i comuni.

6 civiche antifasciste e per la Costituzione firmano un patto di buon governo comune per la Provincia

I sottoscrittori di questo documento sono: ViviAmo Albinea che presenta Corrado Ferrari; Coalizione Civica con Fabrizio Aguzzoli; Noi per Casalgrande con il candidato Giuseppe Daviddi; Alternativa Civica per Sant’Ilario e Calerno con il candidato Alberto Iotti; la Lista Civica Bagnolo Viva con il candidato Gianluca Paoli; Movimento Civico per Fabbrico della candidata Betta Sala.

La piattaforma programmatica è aperta a tutte le liste che ne condividano lo spirito e le proposte e che sottoscrivano il rispetto della Costituzione Repubblicana nata dall’antifascismo, della legalità come azione per il bene comune e nel garantire uguaglianza e parità dei diritti tra i cittadini. Nel corso della serata, in risposta alle polemiche strumentali degli ultimi giorni, è stata riaffermata l’adesione ai valori antifascisti e della Costituzione repubblicana, deprecando l’uso strumentale di questi valori a fini elettorali proposto, ormai in modo deleterio per lo stesso antifascismo, da Pd e alleati sul territorio.

Quali saranno le basi di lavoro comune di “Una Provincia unita e forte”?

Prima di tutto occorre rimettere al centro con pragmatismo non ideologico i temi concreti per migliorare la vita dei cittadini. La lotta alla mafia, ad esempio, nelle sue varie forme, comprese l’usura, il gioco d’azzardo illegale e l’abusivismo edilizio. Uno strumento importante da creare è un osservatorio della legalità che coinvolga tutti i comuni della provincia: un centro di ricerca, archivio e formazione per scuole e cittadini sul fenomeno mafioso a Reggio Emilia. 


Fondamentale sarà il sostegno alla sanità pubblica, per sopperire le carenze di personale nei pronto soccorso e per le automediche. 


Pure la sicurezza ha un ruolo importante, e non è certo un tema politico o ideologico, ma da affrontare sia pensando alla repressione sia alla prevenzione.
I firmatari si impegnano a fare fronte comune per evitare la chiusura del Reparto Prevenzione Crimine della Questura reggiana e per richiedere al Ministero una maggiore dotazione di forze dell’ordine sul territorio.

Un altro punto è quello del consumo di suolo. L’Emilia-Romagna è la quarta regione in Italia per consumo di suolo netto nel 2022 rispetto al 2021, e la Provincia di Reggio non è un’eccezione. I piani urbanistici devono andare verso un rispettoso e corretto utilizzo del suolo puntando al consumo di suolo zero.



Un argomento sempre all’ordine del giorno è quello del rapporto con la multiutility Iren, di cui i Comuni sono soci. 

Iren è una azienda molto indebitata (circa quattro miliardi di euro) dove va riaffermato il controllo del pubblico. Un reggiano paga circa il 30% in più che di un abitante di Parma. Iren è un’azienda a controllo pubblico su cui vigilare, a cominciare dai servizi offerti dalla multiutility quali teleriscaldamento, forniture gas metano, produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici, raccolta rifiuti.

Sempre in ambito collettivo, la nostra provincia sconta problemi gravi di traffico: il servizio di trasporto pubblico va rilanciato e potenziato per ridurre le auto in circolazione e offrire ai cittadini – e agli studenti- un servizio. È fondamentale migliorare le condizioni lavorative degli autisti e potenziare le corse degli autobus per connettere i paesi del territorio. 


Collegate al trasporto pubblico, vi sono le voci sulle strade e le opere strategiche, dalla rete di piste ciclabili e vie verdi alle arterie importanti. 

Infine, va riaffermato il ruolo del servizio pubblico, riducendo le privatizzazioni tanto di moda in questi decenni. Il servizio pubblico va rafforzato e i primi a crederci ed operare per questo devono essere gli amministratori pubblici eletti. Va data giustizia a chi lavora in appalto dal Comune, confermando l’istituzione di un salario minimo di 9 euro per ogni lavoratore o lavoratrice anticipando la legge nazionale.

Di seguito il file scaricabile.