Domenico Bonacini, autista e candidato: “Vi racconto un giorno di ordinaria viabilità”

Domenico Bonacini, candidato consigliere con Coalizione Civica a supporto del candidato sindaco Fabrizio Aguzzoli alle prossime elezioni di Reggio Emilia, è autista da 23 anni. Impegnato in servizi di linea urbana ed extraurbana, servizi scolastici e turismo per tutta Europa, ha trasportato decine di migliaia di reggiani durante la sua carriera.

“Vi racconto un giorno di ordinaria viabilità, tra traffico congestionato, assenza di attenzione per il trasporto pubblico e strade inadeguate”

Cosa vuol dire essere un autista a Reggio Emilia?

“Vuol dire trovarsi continuamente bloccato nel traffico, con strade dalle corsie ristrette, piste ciclabili promiscue a camminamenti pedonali che non vengono utilizzate dalle biciclette.” inizia Bonacini.

“Non voglio esagerare, ma a Reggio Emilia, negli ultimi 10 anni, il trasporto pubblico non è stato minimamente considerato. Per la viabilità sono state fatte un numero considerevole di rotonde, alcune inutili e impossibili da percorrere in sicurezza con mezzi di grandi dimensioni. In alcuni casi siamo costretti a passarci sopra. L’esempio più chiaro? Le due nuove rotonde a Rivalta” continua.

La pericolosità della viabilità segnalata da Bonacini è presente su più fronti: dalla compromissione del mezzo stesso fino all’utenza che affronta viaggi poco confortevoli.

Approfondisce Domenico “in viale Umberto I rischiamo di urtare contro gli alberi o in alcuni casi lo spartitraffico. Sulla rotonda all’incrocio con via Codro, invece, dobbiamo occupare tutta la rotonda e vigilare che le automobili non tentino di sorpassarci, ignorando le dimensioni dei mezzi.”

Le corsie preferenziali per gli autobus? “Totale assenze. L’unica corsia preferenziale che funzionava era quella su viale Piave in direzione del polo scolastico di via Makallè, ora ridotta al minimo. Gli autobus urbani, nel momento di grande traffico, riuscivano a sopravanzare la coda e recuperare spesso minuti importanti, evitando ritardi elevati come succede ora. Adesso, è complicato usare quel poco di corsia preferenziale rimasto, gli alberi non sono curati e il rischio di danneggiare i mezzi coi rami è costante” spiega il candidato.

“Si parla spesso di rendere più efficiente il servizio pubblico, di migliorarne il servizio ai passeggeri, ma finché non si rende più scorrevole il traffico questo non potrà mai accadere. Gli autobus rimangono bloccati come le altre auto”dice Bonacini.

Inoltre: “Monopattini e biciclette possono essere un aiuto, ma non per tutti. Quando li vedo penso a mia mamma, del 1949, e la immagino impegnata a sbloccare un monopattino o una bici con le app per le sharing. Tuttavia, non sono attrezzature facili. Senza contare che le piste ciclabili disponibili sono poche e spesso pure molto strette, una bici fatica a passare. Costretti a pedalare in mezzo alla strada, le piste ciclabili strette e piene di buche non si riesce a transitare.”

E le soluzioni?

Bonacini risponde: “Se si vuole migliorare il trasporto pubblico bisogna rendere più fluido il traffico, e lo si può fare solo eliminando alcune rotonde, ripristinando la corsia preferenziale in Viale Piave partendo da via Eritrea, mettendo un semaforo a chiamata nel passaggio pedonale e riorganizzando la sincronizzazione semaforica, agevolando i mezzi pubblici. Pensiamo anche a nuove piste ciclabili, vere, spaziose e curate nel tempo. E la stessa attenzione serve per gli alberi e le aiuole, per le buche, i paletti di protezione delle ciclabili spesso rotti dalle auto che parcheggiano.”

Conclude Bonacini: “Va anche ripensato l’orario dei mezzi pubblici, considerando gli orari di punta, la salita e discesa dei passeggeri, tra cui tante persone con difficoltà motorie: i tempi si allungano, rispetto a quelli di un adolescente. La viabilità non è fatta solo di autovetture o biciclette, ma anche di mezzi grandi come i bus e i camion che fanno le consegne. E bisogna tenerne conto.”