“Vecchi e il PD lasciano la città indebolita: più indebitata, più tassata e con più servizi pubblici dati ai privati. Noi invece vogliamo un Comune forte”
De Lucia e Aguzzoli: “Siamo lontani dalla buona amministrazione considerando anche gli aumenti di tasse comunali a cittadini e imprese. Abbiamo presentato 15 proposte al bilancio su sicurezza stradale, tenuta dei servizi pubblici, parchi e qualità dell’aria”
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Il secondo mandato del sindaco commercialista Luca Vecchi si chiude con un Comune che ha più debiti, tasse più alte, servizi pubblici sempre più esternalizzati al privati e tante opere incompiute. ”Siamo preoccupati da tutti questi debiti e di questa continua esternalizzazione dei servizi pubblici”.
“Una visione di città che non è la nostra e che vogliamo invertire.” dicono i consiglieri comunali De Lucia e Aguzzoli. Anche quest’anno il gruppo di Coalizione Civica è stato il più operoso tra tutti i gruppi del consiglio comunale. “Le nostre proposte sono sulla tenuta dei servizi pubblici per anziani e bambini, sulla sicurezza stradale e opere per noi fondamentali come la Via Emlia Bis, parchi e verde come il Campo di Marte e sulla qualità dell’aria, pensando soprattutto alla circonvallazione e di Gavassa.”
IL DEBITO DEL COMUNE DI REGGIO EMILIA
Parliamo poi del debito. Se nel 2019 il debito comunale era di 59.454.097 pari a 345 a cittadino nel 2022 nel bilancio di previsione 2024 sale a 121.978.290 pari a 717 euro a cittadino e nel 2025 al picco di 122.631.290 ovvero pari a 721 euro a cittadino. Stiamo parlando del doppio del debito rispetto alla situazione trovata a inizio mandato nel 2019. Bisogna ragionare bene quando si fanno debiti che ricadono sulle economie delle casse pubbliche. Un conto è la ripartenza post covid, un conto è accendere mutui ora, che i tassi non sono più così favorevoli, per fare roboanti conferenze stampa su progetti che mai verranno realizzati perché non abbiamo abbastanza personale per gestirli.
LE TASSE AUMENTATE E I SERVIZI ESTERNALIZZATI
Si parte dall’irpef aumentata nel 2020 (necessaria per pagare l’aumento delle spese energetiche e poi più abbassata) colpendo in particolare i redditi delle famiglie tra i 15.000 e i 28.000 e quelli tra i 28.000 e i 50.000.
Nel 2021 è la volta della tassa di soggiorno inserita per gli alberghi e bed and breakfast con costi all’utente tra i 50 centesimi e i 3 euro a persona per notte.
Nel 2022 aumentano invece le aliquote IMU per chi ha imprese piccole e medie.
Poi c’è la TARI, la tassa rifiuti. Fra le città servite da Iren, Reggio è quella in cui la Tari è più salata. Le differenze non sono di poco conto: una persona che vive sola paga 169 euro di Tari a Reggio, 150 a Spezia e 132 a Parma. Per una famiglia di quattro persone si va dai 388 euro di Reggio ai 219 di Spezia ai 288 di Parma. In media a Reggio la Tari costa il 30% in più che nella vicina Parma. Senza contare il pasticcio di Sindaco Vecchi e Assessore De Franco della tassa rifiuti anticipata a marzo che fa capire l’azienda IREN nei fatti fa quel che vuole.
Vorremmo chiarezza e onestà non solo nel dire ai cittadini che le tasse sono state aumentate ma anche per chiarire il perchè. A fronte di un aumento di tasse anche i servizi sono sempre più andati verso il privato.
Pensiamo alla recente agitazione sindacale per l’esternalizzazione al mondo coop di due scuole di infanzia, poi ai servizi mensa e lavanderia per ASP città delle persone e il fatto che dal 2022 il gestore dei servizi ambientali Iren si occupa oltre che della bollettazione, anche della parte straordinaria relativa a accertamenti, contenzioso e attività anti-evasione. Il controllato che gestisce il servizio che fa pure il controllore
GLI AFFIDAMENTI DIRETTI AL POSTO DELLA GARE PUBBLICHE
Se andiamo a vedere gli affidamenti diretti c’è stata una grande impennata a discapito della scelta di fare gare pubbliche o gestire in house i servizi.
Nel 2019 a inizio mandato erano pari a 18,7 milioni di euro, mentre nel 2023 sono 23,5 milioni e l’anno prima nel 2022 erano pari a 30,6 milioni.
In particolare il welfare, dove Daniele Marchi è assessore, ha fatto un crescente affidamento diretto per servizi di welfare alle cooperative sociali. Pensiamo invece in maniera opposta che il pubblico vada rafforzato. Lo ripetiamo: il pubblico va rafforzato e i primi a crederci ed operare per questo devono essere gli amministratori pubblici eletti.
IL PERSONALE DEL COMUNE E’ IN DIFFICOLTA’
C’è poi una voce che ci ha dato preoccupazione: la situazione del personale. Non scordiamoci che nella primavera del 2023 c’è stato una stato di agitazione del personale, a distanza di oltre 20 anni dall’ultimo.
Tra i temi sollevati dai lavoratori del Comune c’era anche l’organizzazione del personale e i flussi di lavoro. Sono tantissime le dimissioni volontarie.
Tenente conto che, se andiamo a prendere a riferimento gli ultimi 10 anni, se andiamo a fare il saldo tra le cessazioni (775) di rapporti di lavoro e le assunzioni (637) abbiamo un saldo negativo di 138 lavoratori.
Se prendiamo ad esempio il numero di assistenti sociali erano 64 a inizio mandato nel 2019 e sono 60 a fine di questa legislatura. Abbiamo più o meno bisogno di assistenti sociali? Parliamo di ruoli chiave che servono a fronteggiare l’emergenza, per noi è inconcepibile che abbiamo meno forza lavoro su questo settore.
Ricordiamo inoltre che gli affidamenti diretti di incarichi dati da Sindaco e Giunta sono quasi di 1,5 milioni di euro in 5 anni. Non si poteva viceversa assumere personale vista la carenza? Per noi sì.
LE NOSTRE PROPOSTE PER IL COMUNE DI REGGIO EMILIA
Occorre interrompere il flusso portato avanti da Delrio in avanti delle esternalizzazioni dei servizi pubblici locali che ormai oltre ai servizi welfare e scuola prevede anche che sia la stessa IREN a riscuotere la tari, la tassa rifiuti, e ricordiamo che abbiamo la seconda rata più cara di tutti i comuni serviti da IREN. Dobbiamo attrarre competenze e capacità nell’ente comunale partendo dal pagare e far sentire bene i lavoratori dell’Ente. Le esternalizzazioni non costano meno e non danno benefici in termini di qualità dei servizi.
Occorre inoltre tagliare su le spese non necessarie, ad esempio gli oltre 500mila euro spesi in comunicazione da Sindaco e Giunta non sono necessari per noi. Con quei soldi avremmo potuto aprire le sezioni dei nidi che servivano per coprire la richiesta delle famiglie con i bambini nati dal 1 Giugno al 30 Settembre, per la prima volta la politica non ha dato risposta a queste famiglie.
Infine occorre essere razionali e comprendere che non è materialmente possibile con l’attuale forza lavoro dell’ente dare seguito a tutta la smania di annuncite di opere pubbliche a cui siamo abituati. Occorre concentrarsi sul necessario: manutenzione e sicurezza delle strade e sulla sicurezza degli edifici scolastici.
LA NOSTRA ANALISI SUL BILANCIO
I due consiglieri di coalizione civica sono duri. Un Bilancio di fine mandato è necessariamente un bilancio non solo economico, ma anche politico.
Dal punto di vista politico la domanda a cui rispondere è semplice: Reggio oggi sta meglio o peggio di 5 anni fa?
Questo è un bilancio “di transizione” e “non dinamico”. Sintomo di una amministrazione stanca e di un partito di maggioranza che non è neppure in grado di indicare chi potrà prendere il testimone politico ed economico del nostro Comune.
Prendiamo in prestito le parole di Dino Angelini continua: “oggi dunque siamo in presenza di un corpaccione snervato, senz’anima e senza progetto che gode ancora della fama derivante dalle sperimentazioni e delle realizzazioni dei primi decenni post bellici, ma che HA PERSO OGNI SPINTA IDEALE, OGNI VOLONTA’ DI PORSI DALLA PARTE DEI LAVORATORI E DEI DEBOLI, cercando, col passare delle consigliature, DI AGGLOMERARE UN TRENO DI INTERESSI i cui compartimenti possono essere aggregati in maniera diversa a secondo delle opportunità del momento. Lasciando la città in balia di ciò che si sta spontaneamente e pericolosamente aggrumando in base alle esigenze del mercato”.
La crisi del PD si riflette soprattutto nel malessere delle periferie, sempre più schiacciate dalla mancanza di ascolto e di confronto e da problemi, soprattutto viabilistici, ma anche di aggregazione e di tenuta sociale a cui nessuno pare dare non solo risposta, ma neanche attenzione.In sintesi questi gruppi di potere che si riuniscono sotto la bandiera del Partito Democratico, a Reggio Emilia non appiono più in grado di autorigenerarsi e invece vivono sull’eredità del passato e soprattutto su ACCORDI ECONOMICO-COMMERCIALI fra le sue due anime che mai sono state capaci fondersi in un unico progetto finalizzato al benessere dei cittadini.
A tutto questo noi vogliamo un progetto diverso, Giovedì 21 Dicembre dalle 18.30 all’Anma wine Bar di Via Squadroni aspettiamo tutte le persone interessate.