A Reggio Emilia serve un turismo sul Tricolore, non sugli eventi a spot
Riportiamo con piacere l’intervento di Manuela Cocchi, accompagnatrice turistica della nostra città, che ha presentato un documento civico per migliorare il turismo, dove ha raccolto centinaia di firme per presentarlo, in Sala del Tricolore.
Per la mia esperienza personale e diretta come accompagnatrice turistica, sono solita portare gruppi di turisti nella food valley, vedo che gli itinerari che le agenzie e tour operator propongono itinerari che toccano sempre le città di Bologna, Modena e si salta direttamente a Parma. Reggio viene palesemente saltata dai flussi turistici che attraversano l’Emilia centrale. Sono andata in consiglio comunale, supportata dai consiglieri De Lucia e Aguzzoli, per portare un’analisi della situazione da addetta ai lavori e provare a dare delle soluzioni al non decollo del turismo a Reggio Emilia.
Serve in primo luogo consapevolezza di ciò che abbiamo, penso subito al Tricolore, e non ragionare per eventi a spot. Soprattutto serve rapidità di risposta: i turisti oggi prenotano itinerari brevi o visite guidate su piattaforme online e talvolta improvvisano, cercano qualcosa da fare oggi per domani. Le attrattività reggiane sono invece sempre da verificare e prenotare con diversi giorni di anticipo.
Abbiamo il più grande potenziale storico e culturale della nazione in casa e non lo sfruttiamo. La nostra bandiera è icona del Made In Italy, conosciuta da tutti nel mondo.
All’estero su qualsiasi packaging di prodotti italiani c’è il Tricolore. In quanti sanno che il Tricolore è nato a Reggio Emilia? Non lo promuoviamo abbastanza.
Il Museo del Tricolore è d’interesse anche per il turismo business, punto di partenza per sviluppare un po’ il flusso di visite, dato che sono soggetti già presenti in città: peccato che gli orari sono assolutamente incompatibili con le esigenze lavorative. Se si prolungasse l’apertura di qualche ora, per permettere visite anche a fine giornata lavorativa sarebbe un buon punto di partenza.
Perché non rendiamo lo IAT di Via Farini come punto di partenza di tour di visita alla città?
Ad esempio a Verona nei giorni prestabiliti e sempre nel weekend e a orari fissi parte un walking tour della città: basta recarsi allo IAT all’orario prestabilito, si paga un biglietto di 20-25€ direttamente sul posto e si parte per 2h di visita guidata. Per un turista sapere che alla tal ora, il tal giorno, senza prenotare, ha la certezza di poter visitare la città è di grande aiuto e facilita la scoperta della città. Inoltre lo IAT potrebbe ospitare prodotti locali che si vendono nelle botteghe del centro: chi visita la città sarebbe certamente più stimolato ad acquistare e ancora prima scoprire le nostre tradizioni culinarie.
Sono poi assolutamente entusiasta della presenza della RCF Arena che ho personalmente frequentato sia per divertimento sia per lavoro. Una grande opera che non può che dare sviluppi positivi. Ma perché questi grandi eventi e concerti non vengono sfruttati nel loro pieno potenziale dato che abbiamo già gente qui in città?
Migliaia di persone che non dobbiamo attrarre in qualche modo, ma sono già qui non rimangono in città finito il concerto. Perché non creare una card che dia loro convenzioni in centro? O creare navette gratuite che ve li possono portare?
Porto un esempio che viene da poco lontano. “Welcome to Modena” era una iniziativa pensata per la ripresa post COVID ma che reputo utile e vincente sempre: chi prenotava 2 notti in città ha diritto ad una visita guidata gratuita.
Un ultimo aspetto, sul quale le istituzioni potrebbero collaborare e agire in modo più incisivo: rendere la città viva, con servizi quali bar e ristoranti aperti, magari con incentivi che diano ai privati uno slancio per vivacizzare il nostro centro che in giornate “normali” senza eventi e soprattutto la domenica risulta deserto. Si fatica anche a trovare qualcosa di aperto per prendere un caffè.
“Le proposte “sono lodevoli e interessanti, così come da encomiare l’impegno” di Manuela Cocchi”, commentano Dario De Lucia e Fabrizio Aguzzoli. “L’interpellanza civica ha toccato diverse problematiche e ha provato a dare soluzioni concrete. Pensiamo che molte di queste proposte debbano essere realizzate a partire dalla creazione di un city brand che valorizzi il Tricolore e esca dalla mentalità degli eventi importati in città o di quelli a spot. Abbiamo tantissime esperienze culturali, musicali e ludiche reggiane da valorizzare, inoltre solo con un progetto forte possiamo creare la rete sul turismo che ad oggi non vediamo in città”